venerdì 29 gennaio 2010

Acquisti...

Il freddo dell’inverno non mi invoglia troppo ad uscire per fotografare, anche se di idee ne avrei tante; in compenso ne sto approfittando per completare il mio corredo fotografico: ho ceduto il mio 40 Limited per cercare un 16-45… che ancora non ho trovato! Spero con un pizzico di fortuna di trovarne uno usato, vedremo… Intanto aggiungo uno scatto realizzato insieme a quelli dello scorso post!


lunedì 18 gennaio 2010

Verso l'Eremo di Saiano

L’Eremo di Saiano si trova in cima ad uno sperone di roccia che si erge solitario dal greto del fiume Marecchia. Percorrendo a piedi un tratto di sterrato che porta verso di esso, in una giornata (finalmente!) di tiepido sole, prima ho fatto qualche scatto a foglie e muschio; poi, con lo sguardo, ho percorso la strada spaziando dal lontano castello di Pietracuta, che rimaneva nascosto dagli alberi, fino a Saiano; infine sono risalito fino a vedere l’Eremo dall’alto. Ecco gli scatti di questo “percorso”.







sabato 9 gennaio 2010

In cerca di colore (con il Pentax M50 macro f4)

Non conosco la situazione dalle altre parti, ma qui sono praticamente tre settimane che piove, o cade una mezza neve, o comunque è nuvoloso! In questa grigia situazione ho acquistato tramite il forum pentaxiani un obiettivo macro usato: il Pentax M50 f4 macro. Oggi sono uscito con la voglia di provarlo: come premesso giornata grigia, pieno inverno, non un fiore o una foglia con un po’ di colore. Uno degli aspetti che amo della macrofotografia è che puoi scoprire un mondo sconfinato e immenso anche nel giardino sotto casa. Di foto in bianco/nero infatti ne avevo abbastanza, così ho cercato di affinare la vista e sono stato attratto dal muschio presente sul tronco di un nocciolo secco: e qui mi si è aperto un nuovo mondo, fatto di vegetazione verde, rigogliosa, e persino popolato di piccoli molluschi.




martedì 5 gennaio 2010

Alberi nella tormenta

Tre del pomeriggio, fuori qualche fiocco di neve misto acqua, i bimbi sono ancora svegli e mia moglie dovrebbe lavorare un po’, così colgo l’occasione al volo: li vesto, li metto in macchina e sono in strada. Dopo dieci minuti loro dormono, e io mi dirigo velocemente verso l’entroterra percorrendo una strada di campagna che porta verso San Leo. Qui nevica davvero, e la visibilità è al minimo. La neve che cade diventa immediatamente acqua sull’obiettivo, e ogni scatto è una toccata e fuga. Cerco gli alberi, in particolare quelli solitari, che mi sembra abbiano sempre una grandissima dignità nel sopportare in silenzio le intemperie: sono creature vive, la scienza ci dice che non possono pensare, a me però piace credere che lo facciano e ci osservino timorosi, silenziosi, talvolta curiosi.