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martedì 3 settembre 2013

Il grande Faggio

Ho incontrato questo Faggio casualmente, un giorno in cui, con il piccolo Andrea, ho percorso il sentiero che dal Cippo raggiunge la sommità del Monte Carpegna. Si tratta di un sentiero tutto in salita, che attraversa il bosco di pini neri piantati più di un secolo fa quando gli abitanti del posto si sono accorti che dopo avere raso al suolo tutti i faggi, il ripido versante del monte era diventato piuttosto franoso... 


Dopo avere risalito a zig-zag il sentiero - sempre più stretto e ripido - si arriva al Passo del Trabocchino, e immediatamente la visuale cambia radicalmente, spaziando a perdita d'occhio per tutta la Romagna fino al lontano mare.



Siamo scesi lungo i prati sommitali sotto il sole cocente, e abbiamo incontrato i primi crocus...



Infine, in pochi minuti, abbiamo raggiunto la piccola macchia di bosco vicino all'Eremo della Madonna del Faggio. Lì si trovano alcuni tavoli in legno su cui appoggiarsi per un picnic o, come nel nostro caso, per mangiare un panino e riposare un po'. 

E li, silenzioso e solenne ho trovato il mio Faggio. 

Un faggio, per me, ha sempre qualcosa di solenne, di magico, specialmente se è un faggio secolare. Vedo agili elfi e folletti radunati di notte ai suoi piedi o arrampicati sui suoi rami argentati. Se sto molto attento posso sentire il suo respiro. In una foresta li sento parlare l'uno con l'altro in una lingua antica e sconosciuta.
Non c'è foto che renda giustizia a questo bel faggio, ma non ho potuto fare a meno di riprenderlo.



mercoledì 14 agosto 2013

Il cielo visto da quassù

Fine settimana trascorso all'Eremo di Carpegna per guardare le "stelle cadenti" da 1400 metri d'altezza, lontano dalle luci e dai rumori della riviera. In serata ho percorso un breve tratto sui prati sommitali con i bambini al seguito, in un buio quasi totale grazie anche all'assenza della luna, per poi tornare al camper. Mentre i piccoli e la mamma si preparavano per dormire, steso sul prato ho iniziato ad osservare il cielo e a fare qualche scatto: non più di 8/10 secondi per evitare l'effeto "scia", quindi diaframma al massimo di apertura e ISO elevati. La speranza era di immortalare la volta celeste proprio mentre cadeva una stella, ma nonostante i numerosi e continui scatti solo in remoto angolo del fotogramma (in alto a sinistra...) sono riuscito a trovare una piccola scia luminosa... Poco male, in compenso ho passato un bel fine settimana!